Ortacesus - Guida Turistica

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.: ORTACESUS
 Ortacesus è un comune di 1.009 abitanti della provincia di Cagliari.
 Ortacesus è situato in un piano a Nord del bacino imbrifero del Flumini Mannu. Il centro abitato è sorto in un'area territoriale con insediamenti ravvicinaci in posizione mediana del percorso da Senorbì a Guasila. Il nucleo globulare si è sviluppato in forma stellare. La tipologia abitativa ha manifestato una ricchezza di articolazioni funzionali che si notano nella zone dì pianura ad economia agricola estensiva: "lolla", torte adibita a deposito degli attrezzi e ricovero animali, realizzata con rocce o ladiri. La costruzione di numerosi canali di irrigazione ha consentito produzioni agricoltura più proficue, (uva, ortaggi e barbabietole) io luogo del grano e delle altre colture secche. Vi sono anche fonti d'acqua oligominerali e Mitza S'Orrù a Mitza Su Fenu e a Fontana Bangius che fu già utilizzata da terme romane.
 Sulla storia della nascita del piccolo paese di Ortacesus non vi sono purtroppo chiare ed esaurienti notizie. Il villaggio, col nome di Orzochesos, compare per la prima volta attorno all’anno Mille, ricompreso nella curatoria della Trexenta, appartenente al giudicato di Cagliari (1). Venne poi menzionato, con il toponimo trasformato inOrtachesus, in un antico diploma di donazione del 20 Luglio 1219, in cui “Trogodorio, Giudice di Cagliari, fa donazione ampia e irrevocabile a suo figlio Salucio de Laccon, ed ai di lui eredi e successori, della incontrada (2) di Trecenta, in contemplazione del matrimonio che dovea contrarre con Adelasia; e descrive minutamente nel diploma tutti i luoghi, città, villaggi, terre, salti e boschi compresi nella donazione.” (3)
 All’inizio del XIII secolo, la incontrada di Trexenta, era caratterizzata da una grande dispersione dell’habitat rurale.
 Nell’atto di donazione sopraccitato, vengono registrati trentotto villaggi o biddas, probabilmente tutti molto piccoli e in gran parte di fondazione recente. Alla fine del secolo, restavano venticinque biddas e Ortacesus era fra queste. (4)
 Anche sul significato del suo nome, purtroppo o per fortuna, poco si sa di certo. Sembrerà strano, ma questo alone di mistero che ci circonda, rende a parer mio, il paese e i suoi abitanti ancora più particolari di quello che già sono.
 Il nome di Ortacesus sta al centro di una serie di ipotesi non storiche, tramandate e alcune azzardate in base ad assonanze con altri nomi. Una di queste ultime è quella che associa l’antico nome di Orzochesos a quello del giudice Orzoco (Onroco o Orzocor), vissuto nella seconda metà dell’anno mille. Secondo questa ipotesi, il piccolo borgo, sorse in questo periodo e per riconoscenza a questo giudice, o in suo onore, o in segno di sottomissione o fedeltà, venne chiamato Orzochesos (5). L’ipotesi non è però supportata da studi specifici.
 Personalmente, ho sempre sentito dai più anziani che il nome Ortacesus, significava semplicemente “Orti di Cesare”… chi fosse questo Cesare nessuno sapeva dirmelo… forse un ricco possidente o chissà… Di certo posso dire che sia il giudice Orzoco che Cesare, faranno sempre parte della nostra storia e rimarranno sempre nella nostra memoria, ma è destino che nessuno dei due debba occupare un posto in primo piano nel cuore degli abitanti di Ortacesus.
 Riprendendo la storia del villaggio, abbiamo visto che come “cuore della Trexenta”, con essa apparteneva al giudicato di Cagliari. Dei quattro, questo era il più esteso e comprendeva due grandi regioni dedite all’agricoltura: la pianura alluvionale del Campidano Meridionale e, ai suoi margini, le colline marmoree del Parteolla e della Trexenta. (6)
 Nel periodo giudicale, iniziato verso la metà del IX e conclusosi nel XIV secolo, Ortacesus era un piccolo centro, con una economia quasi esclusivamente agricola e dotato di personalità giuridica propria. (7) Quando nel 1258 il giudicato di Cagliari cadde, il territorio del villaggio passò una prima volta ai pisani, che lo possedettero fino all’arrivo degli aragonesi nel 1324. In questo periodo, quasi metà della popolazione dell’antico giudicato di Cagliari, abitava già la capitale o la nuova città mineraria di Villa di Chiesa (l’attuale Iglesias) (8). La vita nelle campagne e nei piccoli villaggi non era facile, le continue epidemie e le pesanti tassazioni dei nuovi regimi peggioravano le situazioni delle genti rurali, già di per sé povere, che preferivano spostarsi in agglomerati maggiori dov’era più facile procurasi di che vivere.